Chi sono
Mi chiamo Giuseppe Salvo e sono Psicologo e Dottore di Ricerca, specializzando in Psicoterapia ad indirizzo Cognitivo Neuropsicologico.
Ho conseguito la laurea in “Cognitive Neuroscience” all’Università di Roma La Sapienza, e il Dottorato di Ricerca in “Scienze Umanistiche” all’Università Guglielmo Marconi di Roma, con un progetto di ricerca sul Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Tra le esperienze professionali passate c’è una collaborazione, che mi sta particolarmente a cuore, con il Centro Medico Universitario di Amsterdam (UMC, location VU Medisch Centrum), dipartimento “Anatomy and Neuroscience”, nell’ambito di studi e ricerche sui disturbi cognitivi nei pazienti con sclerosi multipla, e un periodo di collaborazione come psicologo specializzando presso l’U.O.S.D. Sclerosi Multipla del Policlinico Tor Vergata di Roma, all’interno del progetto SMamma, dedicato all’accompagnamento della donna affetta da sclerosi multipla nel percorso della sua gravidanza.
Dopo aver intrapreso questo lungo percorso, oggi sono impegnato nell’attività clinica privata (sia in studio che online), di consulenza psicologica online (in collaborazione con l’Università di Pavia), e svolgo attività di ricerca (PostDoc) nell’ambito delle minoranze (sessuali, etniche, disabilità) presso l’Università Sapienza di Roma.
Dopo aver intrapreso questo lungo percorso, oggi sono impegnato nell’attività clinica privata (sia in studio che online), di consulenza psicologica online (in collaborazione con l’Università di Pavia), e svolgo attività di ricerca (PostDoc) nell’ambito delle minoranze (sessuali, etniche, disabilità) presso l’Università Sapienza di Roma.
Perché proprio la sclerosi multipla?
Quando intrapresi gli studi in psicologia, a guidare il mio percorso era l’obiettivo più o meno consapevole di poter rendere utili le mie conoscenze e le mie esperienze nell’aiutare persone con diagnosi di sclerosi multipla.
Perché ho conosciuto da vicino il mondo di coloro che sono costretti a riposizionarsi in maniera così drastica nel movimento della propria esistenza, e a trovare un posto del tutto nuovo in un mondo diverso, modificato, cambiato, o stravolto dalla malattia.
La malattia è sempre un argomento scottante. Così come il dolore. In una società ossessionata dalla performance, la malattia e la sofferenza vengono trattati come qualcosa da nascondere o eliminare, e spesso privati di qualsiasi possibilità di espressione.
Ma dobbiamo tenere a mente che se il dolore viene scacciato, soppresso, ignorato, senza possibilità di essere verbalizzato, esso rimane svuotato di ogni senso, e il nostro corpo rimane muto, mero organismo biologico senza storia. La nostra vita viene spogliata di qualsiasi narrazione.
Per come la vedo io, per come ho avuto modo di imparare da esperienze personali e professionali, la persona sofferente che ogni giorno affronta i limiti e i difetti della condizione umana, è, al contrario, colei che più di ogni altra entra a più stretto contatto con i significati profondi dell’esistenza.
Certo, abbracciare il dolore e la sofferenza non è mai semplice.
Adattarsi alla malattia è un compito arduo, e lo diventa ancora di più quando non disponiamo di orizzonti di senso e aperture di mondo che rendano anche la malattia un mondo praticabile.
Per la persona con una condizione cronica degenerativa, le scelte di vita, i progetti, il racconto della propria storia, tutto questo può essere messo in discussione. Ma ci sono anche dei momenti in cui puoi avere la chiara percezione di una possibilità che si appalesa, e ti interpella. Nel contesto di una patologia cronica, saper cogliere queste possibilità diventa un momento esistenziale fondamentale. Ne va di te stesso.
Nuovi orizzonti di vita
A fronte delle possibilità d’azione sottratte, riuscire a trovare nuovi orizzonti percorribili risulta di vitale importanza. L’esperienza di un percorso psicologico può aiutarti a intraprendere quegli orizzonti.
Sono convinto che, nonostante la malattia, si possa proseguire pienamente verso i propri orizzonti esistenziali. A volte si tratta di adattare se stessi e il proprio cammino per raggiungerli. Ma per chi, in momenti di difficoltà, fa fatica a proseguire, in me può trovare l’aiuto di cui ha bisogno.
Nuovi orizzonti di vita
A fronte delle possibilità d’azione sottratte, riuscire a trovare nuovi orizzonti percorribili risulta di vitale importanza. L’esperienza di un percorso psicologico può aiutarti a intraprendere quegli orizzonti.
Sono convinto che, nonostante la malattia, si possa proseguire pienamente verso i propri orizzonti esistenziali. A volte si tratta di adattare se stessi e il proprio cammino per raggiungerli. Ma per chi, in momenti di difficoltà, fa fatica a proseguire, in me può trovare l’aiuto di cui ha bisogno.