Sclerosi multipla
La sclerosi multipla (SM) è una malattia cronica del sistema nervoso che può comportare una serie di sfide sia fisiche che psicologiche per i pazienti.
Le difficoltà psicologiche sono comuni e possono essere influenzate dalla natura cronica della malattia, dagli effetti fisici e dagli impatti su diverse sfere esistenziali, quali ad esempio il lavoro e le relazioni interpersonali.
È importante che i pazienti abbiano accesso a risorse adeguate per affrontare queste difficoltà, come la terapia psicologica e il supporto sociale, al fine di migliorare la qualità della vita e il benessere emotivo.
Una delle principali difficoltà psicologiche che i pazienti con SM possono affrontare è quella legata ai sentimenti di paura, preoccupazione e tristezza, causati dalla diagnosi o dalle ricadute della malattia. Attraverso il lavoro psicoterapeutico è possibile essere aiutati, laddove necessario, a rivedere i propri obiettivi che spesso vengono minacciati dalla diagnosi di malattia, e valutare nuovi spazi di realizzazione nel quale sperimentarsi come efficaci.
È importante che i pazienti abbiano accesso a risorse adeguate per affrontare queste difficoltà, come la terapia psicologica e il supporto sociale, al fine di migliorare la qualità della vita e il benessere emotivo.
Una delle principali difficoltà psicologiche che i pazienti con SM possono affrontare è quella legata ai sentimenti di paura, preoccupazione e tristezza, causati dalla diagnosi o dalle ricadute della malattia. Attraverso il lavoro psicoterapeutico è possibile essere aiutati, laddove necessario, a rivedere i propri obiettivi che spesso vengono minacciati dalla diagnosi di malattia, e valutare nuovi spazi di realizzazione nel quale sperimentarsi come efficaci.
Sclerosi multipla e difficoltà psicologiche
La paura di perdere le capacità fisiche, l’incertezza sul futuro, la gestione degli effetti collaterali dei farmaci e l’impatto sulla vita quotidiana possono essere fonti di ansia significativa per i pazienti. I cambiamenti fisici, così come la fatica e l’affaticamento possono influenzare il benessere psicologico. La fatica costante può influire sulla motivazione, sulla concentrazione e sulle capacità cognitive, aumentando così il rischio di sviluppare irritabilità e vissuti emotivi spiacevoli.
La SM può anche minare l’autostima e l’immagine corporea. I sintomi visibili come la perdita di equilibrio, la debolezza muscolare o il disturbo del cammino possono far sì che i pazienti si sentano insicuri, imbarazzati o indifesi di fronte agli altri. Questo può provocare ulteriori vissuti emotivi come la vergogna e il conseguente evitamento sociale.
Sentimenti di inadeguatezza, frustrazione o senso di inutilità possono minare anche il sentimento di autoefficacia, ovvero la convinzione di poter mettere in atto le azioni necessarie al raggiungimento di determinati obiettivi. Il sentimento di autoefficacia nella malattia cronica viene fortemente minacciato, e può lasciare il posto al senso di fallimento e alla paura di non riuscire a fare le cose che si facevano prima. Risulta dunque fondamentale provare a scoprire nuove e più autentiche aperture di mondo nelle quali sperimentare un nuovo senso di autoefficacia.
Attraverso questo processo, è possibile ridefinire la propria identità, riappropriandosi del proprio ruolo nel mondo, definire nuovi progetti di sé e valutare le modalità per realizzarli.
Sclerosi multipla e relazione di coppia
Le situazioni affettive e relazionali della persona con SM possono essere le più diverse, e dipendono chiaramente dal momento esistenziale nel quale la SM subentra e si evolve. Di solito la persona a cui viene diagnosticata la SM è nel pieno della pianificazione e realizzazione dei propri progetti esistenziali (età tra 20-40 anni), tra cui anche i progetti di coppia.
Per cui il paziente potrebbe essere già sposato oppure in una relazione affettiva stabile, potrebbe già avere dei figli oppure il progetto di averne. La malattia può dunque porre sfide importanti in tutti questi ambiti. Nella vita quotidiana, ad esempio, sintomi quali la stanchezza o la debolezza muscolare possono influire sul mantenimento di una relazione gratificante.
La persona può a volte sentirsi stanca e senza energia, rendendo difficile partecipare alle attività quotidiane e ai momenti di svago insieme al partner.
La debolezza muscolare e i disturbi dell’equilibrio possono anche limitare la capacità di una persona di partecipare alle attività fisiche con il proprio partner e portare a sentimenti di disconnessione o frustrazione.
Comunicazione col partner: come comportarsi?
Affrontare le difficoltà poste dalla malattia richiede una comunicazione aperta e onesta all’interno della coppia, e spesso questo obiettivo può risultare più arduo e difficoltoso del previsto. È importante che entrambi i partner si sentano ascoltati e compresi nelle loro preoccupazioni e frustrazioni.
Quindi se è vero che le persone affette da sclerosi multipla possano trarre beneficio nell’affrontare tematiche relative alla coppia in un setting psicoterapeutico, anche per i partner è importante essere informati sulla sclerosi multipla e sui suoi sintomi per avere una comprensione più approfondita della situazione, essere ascoltati e supportati per poter affrontare al meglio la relazione al fianco della persona con SM.
I benefici di una terapia psicologica in un paziente con sclerosi multipla
Il lavoro psicoterapeutico è sempre un lavoro rivolto al futuro.
Per fare questo, la persona deve prima essere aiutata a riconquistare il ruolo di attore della propria storia, ad abitare attivamente il mondo nuovo in cui la diagnosi della malattia può averla gettata. Attraverso il proprio racconto e con l’aiuto del terapeuta, la persona è guidata nel cogliere il significato emotivo legato ad eventi cruciali della propria esistenza, come il senso di dispersione o di angoscia legate alla diagnosi, così come di benessere e appagamento legate alle relazioni interpersonali.
Il racconto permette di ritrovare se stessi, sviluppare un’identità, una coerenza narrativa nella propria storia, di riappropriarsi del proprio posto nel mondo e con gli altri, trasformando, con l’intervento del terapeuta, una serie dispersa di eventi in un percorso lineare, di cui la persona torna ad esserne protagonista.
Attraverso questo processo è possibile ridefinire la propria identità, riappropriandosi del proprio ruolo nel mondo, definire nuovi progetti di sé e valutare le modalità per realizzarli. Il lavoro sulla progettualità è una parte fondamentale nel lavoro terapeutico perché aiuta il paziente, laddove necessario, a rivedere i propri obiettivi che spesso vengono minacciati dalla diagnosi di malattia, e valutare eventualmente nuovi spazi di realizzazione nel quale sperimentarsi come efficaci.
Perché chiedere un aiuto psicologico?
Sebbene la visione stigmatizzante verso chi intraprende un percorso psicologico sia meno impattante rispetto al recente passato, ancora oggi si fatica ad accettare l’idea del sostegno psicologico, per motivazioni spesso legate al giudizio sociale. Questo accade anche nella malattia. Il malato può rifiutare una terapia psicologica perché questo lo farebbe sentire incapace di affrontare i propri problemi. Chiedere l’aiuto di un professionista potrebbe inoltre aumentare il già elevato senso di vulnerabilità che chi ha ricevuto una diagnosi di malattia cronica si trova a dover sperimentare.
Spesso ci si ritrova a rifiutare l’aiuto psicologico perché si ritiene di potercela fare da soli. Ma lo psicoterapeuta non si sostituisce alla persona con SM nella sua vita quotidiana. Una terapia psicologica ha l’obiettivo di orientare l’esistenza della persona verso una forma migliore, e lo fa aiutando il paziente a scoprire e mobilitare le proprie risorse personali. Per cui, è sempre la persona ad agire e riconquistare il proprio posto nel mondo. Un mondo che è cambiato, diverso, condizionato dalla malattia, ma sempre e comunque abitabile nonostante le difficoltà. È sempre possibile proseguire pienamente verso l’orizzonte dell’esistenza e riacquistare il ruolo di attore nel proprio percorso di crescita.